RESPONSABILITà MEDICA

La responsabilità dell’esercente la professione sanitaria è uno dei temi attualmente più discussi, sia per i risvolti civilistici che per quelli penalistici. Si sono occupati della materia la dottrina, la giurisprudenza, e il legislatore.

Sotto il profilo civilistico, in estrema sintesi, la responsabilità del medico è stata il terreno di coltura della c.d. teoria del contatto sociale, che ha consentito di introdurre nel nostro ordinamento il principio di atipicità delle fonti delle obbligazioni. La responsabilità medica, a partire da tale momento, è stata dunque ricondotta nell’alveo della responsabilità contrattuale, con notevole favor per il paziente/danneggiato. Questo ha portato, secondo alcuni commentatori, ad un eccessivo aggravio di responsabilità per i sanitari, con rischio di sconfinare nella c.d. medicina difensiva.

In risposta è intervenuto il legislatore con la Legge n. 219/2017 (c.d. Gelli-Bianco), con la quale ha espressamente qualificato come aquiliana la responsabilità del sanitario nei confronti del paziente (chiaramente ove manchi tra gli stessi un rapporto contrattuale). Si è, pertanto, invertita la posizione di favore, a vantaggio dei sanitari/danneggianti.

Seppur certamente la medicina difensiva sia un rischio da scongiurare, lo Studio crede fortemente nella necessità di ricercare un giusto bilanciamento tra i delicati interessi costituzionali dovendo, il diritto alla salute, essere considerato sotto un duplice aspetto, da un lato collettivo e dall’altro individuale.